Intervista sul Doppiaggio

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Ciao a tuttiè con grande piacere che oggi mi accingo ad intervistare Luca Luciani, attore, doppiatore, speaker e membro attivo dello staff dell’ Accademia Nazionale della Voce di Daniela de...

luca luciani dim piccole

Ciao a tutti

è con grande piacere che oggi mi accingo ad intervistare Luca Luciani, attore, doppiatore, speaker e  membro attivo dello staff dell’ Accademia Nazionale della Voce di Daniela de Meo.


Luca Luciani è principalmente un attore che ha fatto del teatro e del doppiaggio non solo la sua passione ma la sua professione.
La sua lunga formazione accademica teatrale si è svolta sia in Italia che in Inghilterra, dove peraltro ha recitato in lingua originale. Dopo aver conseguito una laurea in lingue e letterature straniere, specializzandosi in teatro elisabettiano, Luca ha cominciato a svolgere la sua attività di attore con continuità e dal 2003 ha affiancato con successo la professione di doppiatore e speaker collaborando con partner di spicco come canale Sky, Remida records, Ultrasonic. Senza dimenticare che la sua voce è stata utilizzata per la campagna nazionale di Grana Padano dop, Max Algida e Manai.

Bene Luca, eccoci a noi.


Una prima domanda riguarda la nascita della professione del doppiaggio. Come e quando nasce il doppiaggio in Italia?
R: Il doppiaggio nacque in Italia con l’avvento del sonoro nel 1931 per rispondere all’esigenza di comprendere le principali lingue straniere in cui venivano girati i film

Spesso si legge che il doppiatore sia un mestiere difficile e poco riconosciuto. Tu cosa ne pensi?

R:Che sia difficile ci sono pochi dubbi…poco riconosciuto non direi: ormai i maggiori doppiatori italiani hanno una grande visibilità. Più che meritata, aggiungerei, vista la gavetta e le capacità.

E ora la classica domanda: come mai hai deciso di fare il doppiatore? Quando è nata in te questa passione?

R: Guarda…io credo di essere tra i pochi ad aver cominciato dal teatro sognando, un giorno, di arrivare a fare lavoro di sala. Di solito è il contrario. E comunque la mia passione è iniziata quando guardavo i vecchi film da bambino, doppiati dai grandi del teatro di allora, Emilio Ciguli, Peppino Rinaldi…

Quando hai cominciato davvero a fare il doppiatore?

R: Difficile identificare con precisione un momento in cui ho “cominciato… So che già attorno al 1984/85 ho registrato i miei primi spot radiofonici…ma possiamo dire che ho cominciato continuativamente con i famosi voice over, commenti audio su filmati di vario genere, documentari, pubblicità, ecc. attorno al 1995

Ritieni ci sia stato tra i maestri del doppiaggio qualcuno che ti abbia ispirato o che tu abbia preso come riferimento?

R: Che mi abbiano ispirato a decine…come riferimento nessuno. Anzi, è l’errore più clamoroso che chi fa questo mestiere potrebbe commettere: “dimenticare” le proprie caratteristiche vocali, la propria unicità,  per “assomigliare” a qualche collega, pur molto bravo.

Per fare il doppiatore è sufficiente studiare recitazione o bisogna anche avere talento?

R: Non è sufficiente studiare recitazione ma aiuta. Il talento è FONDAMENTALE. Ma ci vuole anche disciplina, estrema sensibilità, capacità di apprendimento, duttilità…eeeh la lista è lunga..;

Quali sono le doti che deve possedere un bravo doppiatore? Puoi elencarmene tre?

R: Ci vuole tanto orecchio, nel senso musicale del termine. Poi sensibilità artistica altrimenti non si capisce nemmeno come correggere qualche sfumatura. E infine velocità di “ripescaggio” delle emozioni che servono a rendere il personaggio doppiato “credibile” a chi lo ascolta.

Secondo te il doppiaggio è una tecnica o un’arte? O una tecnica artistica Smile ?

R: Banalmente direi tutte e tre le cose. Ma più di ogni altra cosa è una vocazione: chi doppia non vorrebbe fare nient’altro nella vita…

Luca potresti raccontarci come si doppia un film?

R: Prima di tutto ci si fa il segno della croce 😉 Scherzi a parte, il doppiaggio di un film è la Champions League di questo mestiere. Si deve entrare in sintonia prima possibile col direttore di doppiaggio che in quel momento è l’unico in grado di dare suggerimenti utili a farti fare un buon anello. Per cui si ascoltano tutte le sue indicazioni riguardo all’intenzione recitativa, ai tempi, al climax della scena e qualsiasi altro dato utile per rendere l’idea del film. Poi si accendono tutti i neuroni dell’attenzione, si leggono le battute mentre scorre il pezzo il lingua originale, si ascolta la colonna internazionale in cuffia provando mentalmente gli attacchi, poi lo si fa una seconda volta provandoli con la voce…e se non c’è bisogno di un ulteriore ascolto si prova ad incidere.

Tu hai fatto sia doppiaggio cinematografico che di audiolibri. Che differenza c’è sia a livello tecnico che emotivo?

R: Completamente diverso. Nel cinema si dà importanza alle emozioni, alla recitazione, alla naturalezza, negli audiolibri alla fluidità di linguaggio, alla limpidezza e di emozioni ci sono solo accenni.

Tu sei anche direttore di doppiaggio. Quali ruoli e responsabilità comportano tale figura?

R: Beh, è colui senza il quale il film, semplicemente, prende un’altra “faccia”. Il direttore deve essere un doppiatore ed avere l’abilità di “correggere” ed “ispirare” chi deve dare la propria voce ad un personaggio. Inoltre, ed è la cosa più difficile specie per un film, deve mantenere lo stesso “tono recitativo” richiesto dalle scene…avere, quindi, la cosiddetta visione d’insieme…

Partecipare ad un seminario intensivo di Doppiaggio che valore può avere per la formazione di un aspirante doppiatore o semplicemente per chi desidera sperimentarsi in questa tecnica così particolare?

R: Personalmente credo che sia semplicemente FONDAMENTALE. E’ impossibile pensare di fare questo mestiere o anche solo avere una idea di cosa significhi se non si prova, almeno una volta, a “rapportarsi”con la realtà del microfono unita al sync, all’intenzione interpretativa, alla gestione della propria voce. Ed è un esercizio utilissimo per chiunque utilizzi, per lavoro o semplice passione, la propria voce in pubblico: saper controllare “tecnicamente” il nostro principale mezzo comunicativo è una vera e propria “arma”!

Bene Luca, per concludere cosa consiglieresti a chi vuole avvicinarsi al mondo del doppiaggio per farne una professione oggi?

R: Consiglierei di ascoltare con umiltà ed attenzione, scegliere con cura i corsi da seguire e provare costantemente a migliorare il proprio flusso vocale per emozione, sfumature e toni. Sempre. Dalla mattina alla sera! Questo non è un “lavoro”. E’ una passione. E da una passione non si “stacca” mai, non si va mai in ferie.

Grazie Luca. È stato un piacere averti con noi. Ci vedremo prestissimo ancora su questi schermi dell’Accademia Nazionale della Voce con tante interessanti notizie riguardanti il doppiaggio e con il prossimo seminario intensivo di Doppiaggio: “La Voce che Emoziona”. A presto!

Picture of Daniela de Meo

Daniela de Meo

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